Dicono di lui:
Bruno Gambacorta di Eat Parade
Miglior giornalista enogastronomico
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Mariella Morosi
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Gourmet, napoletano, classe 1948, Bruno Gambacorta, da
moltissimi anni in Rai, ha vinto il titolo di Miglior giornalista
enogastronomico del Trofeo Galvanina.
Gambacorta con Eat Parade è stato il primo a puntare
l'attenzione e le telecamere sui prodotti della terra e sulla trasformazione
in cucina
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Vincitore edizione 2010
Motivazione
Per aver contribuito, con passione e
professionalità,
a diffondere la ‘cultura alimentare’ nel nostro
Paese.
Con occhio sempre attento alla storia, alle
tradizioni e alle tipicità del territorio,
Bruno Gambacorta, attraverso la sua rubrica
settimanale,
offre ai telespettatori utili suggerimenti in campo
culinario e
propone appassionanti percorsi gastronomici.
Scheda Personale:
Bruno Gambacorta e' nato a Napoli nel 1958. Poco prima
di laurearsi in medicina nel 1983
con 110 e lode, vince una borsa di studio nelle redazioni
della Rai e sceglie di provare
a fare il giornalista invece che il medico.
Si trasferisce a
Milano e si forma in
quotidiani e mensili, prima di essere assunto alla Rai nel
maggio del 1986.
Diventa giornalista professionista nel 1987.
In Rai da 24
anni, ne ha trascorsi
nove alla redazione di Milano (occupandosi soprattutto di
cultura e spettacoli) e
quindici al Tg2, dove si occupa di medicina e sanità, nonché
di alimentazione
(per la rubrica settimanale Tg2 Eat Parade, da lui fondata nel
1998 e
giunta alla 580esima puntata).
Ha vinto numerosi premi
giornalistici, fra i quali il CNN World Report Award nel 1996 per il Best
Medical Report, il Premio Voltolino per la divulgazione
scientifica e l'Oscar del vino 2002 assegnato
dalla rivista Bibenda.
“Eat Parade”, il nuovo libro di Bruno Gambacorta
Il giornalista Bruno Gambacorta autore di Eat Parade
Si chiama “Eat Parade” ed è l’opera prima del
giornalista Bruno Gambacorta.
Ha lo stesso nome della rubrica del Tg2 che conduce da
tredici anni,
un vero rotocalco della cucina seguito ogni settimana
da circa 2,5 milioni di
telespettatori. E ha lo stesso scopo, cioè narrare
storie e tradizioni dell’Italia a tavola.
Storie che Gambacorta ha deciso di dividere in tre
parti.
La prima si chiama “Saper fare” ed è un viaggio
attraverso prodotti insoliti e
fuori dal comune come i fagioli di Sarconi in
Basilicata, i limoni di Sorrento,
la mozzarella “perfetta”, il Culatello, le acciughe e
i gamberi liguri,
il poco conosciuto tartufo molisano, l’olio pugliese,
l’agnello sardo, i legumi imbri,
le Olimpiadi dei formaggi valdostani e il riso Vialone
Nano Veronese Igp.
La seconda parte si intitola “Far sapere” ed è
dedicata a tutti i divulgatori dell’enogastronomia di qualità e comunque alle
iniziative di vario genere che fanno dell’Italia un Paese impareggiabile da
un punto di vista gastronomico.
Si racconta quindi dell’adozione a distanza delle
pecore (e dei pastori) abruzzesi, della calabrese Accademia del peperoncino e
dell’emiliana Accademia italiana della cucina, della rinascita del Maiale
nero casertano,
dei quattro musei del cibo di Parma, di un signore
(Graziano Pozzetto)
che è una vera enciclopedia vivente delle tradizioni
culinarie romagnole e
del ristorante marchigiano trasformato in galleria di
arte contemporanea.
La terza e ultima parte, “Rinascere in cucina”, è
invece dedicata alle storie di chi
ha trovato nella terra, nel vino e nel cibo uno
strumento di rinascita individuale o
collettiva. Insomma questo è un libro sull’Italia di
oggi in cui il cibo e il vino
sono il “taglio giornalistico” per dare uno spaccato
della nostra società,
quella a volte meno conosciuta, meno glamour e meno
strillata, ma di certo
non meno importante. Bruno Gambacorta ha selezionato
più di settanta
ricette d’autore, per farci apprezzare al meglio i
frutti della terra e l’ingegno dell’uomo
che li sa trasformare. Finalmente una traccia solida e
tangibile di tutto ciò che
Bruno Gambacorta ha raccontato in quindici anni di
trasmissione.
Si può leggere d’un fiato tanto appassionanti sono le
storie raccolte,
ma anche consultare ogni qualvolta si senta il bisogno
di soddisfare un gusto,
una sensazione, un ricordo.
Maria Lucia Panucci
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