domenica 6 novembre 2011

Da: rosmarinonews, un bellissimo articolo dell' Enologo Sergio Pappalardo

I segreti del compost e la sua applicazione in viticoltura del 06/11/2011

I segreti del compost e la sua applicazione in viticoltura
Inerbimenti e compost sono l'unica strada sostenibile economicamente ed ambientalmente per l'azienda che vuol produrre qualità nel medio/lungo termine.

Il compostaggio è un processo biologico naturale, di tipo aerobico, nel corso del quale i microrganismi presenti nell’ambiente (in particolare nel suolo) decompongono i composti organici dei residui animali e vegetali, traendone energia per le loro attività metaboliche e liberando, come prodotti finali di questa serie di reazioni biochimiche, acqua (inizialmente in forma di percolato e poi di vapore acque) anidride carbonica, sali minerali e, dopo alcuni mesi di trasformazione, sostanza organica stabilizzata ricca di humus, definita compost (del latino compositum, costituito da più materiali eterogenei).

> Fasi del processo biochimico

Il processo evolve essenzialmente attraverso due fasi: la fase termofila o fase attiva e la fase di maturazione o umificazione. Durante la fase termofila o fase attiva, una flora batterica specifica attacca e demolisce le molecole organiche più facilmente degradabili (zuccheri, acidi, organici, aminoacidi, ecc.); questo comporta un notevole consumo di ossigeno da un lato e dall’altro la liberazione di anidride carbonica e di energia sotto forma di calore. In questo modo la temperatura della massa in compostaggio sale sino a valori di 50-65 °C, che persistono per tempi prolungati; ciò assicura la devitalizzazione degli agenti e dei semi delle erbe infestanti eventualmente presenti. La durata di tale fase è correlata alla tipologia dei residui trattati e alla tecnologia produttiva adottata (si va da un minimo di 1 mese sino a 2-3 mesi).

In seguito i processi metabolici diminuiscono di intensità, per effetto della presenza residua di composti a struttura complessa e a lenta decomposizione. In questa fase, accanto ai batteri, sempre molto numerosi, sono attivi altri gruppi microbici: funghi e attinomiceti, che degradano attivamente amido, cellulosa, lignina, quest’ultima soprattutto nelle fasi finali. In questa seconda fase le temperature si abbassano attorno a valori di 40-45 °C, le richieste di ossigeno diminuiscono e il materiale raggiunge gradualmente un primo livello di stabilizzazione.

L’intervento degli attinomiceti è fondamentale per l’umificazione; la loro presenza è facilmente rilevabile per la produzione di composti aromatici (come la geosmina), che conferiscono il tipico profumo di terriccio di bosco al prodotto finito. Verso la fine del processo ha luogo un’intensa colonizzazione del materiale da parte di animali di piccole dimensioni (es. collemboli e altri insetti, acari, millepiedi), che contribuiscono molto allo sminuzzamento e al mescolamento dei composti organici e minerali. Il lombrico, che appena individua materiale fresco inizia a moltiplicarsi, sparisce quasi del tutto quando ha completato il suo lavoro e il compost è maturo.

> Fattori di controllo e indici di evoluzione del processo

Per un buon compost è necessario mantenere un buon equilibrio tra le sostanze secche e quelle umide, annaffiarlo regolarmente fino ad inumidirlo, assicurare una buona aerazione ed evitare di introdurre tra gli ingredienti sostanze tossiche o inadeguate.

Tra gli indici utilizzabili per seguire l’evoluzione del processo vanno ricordati: il rapporto carbonio/azoto: C/N ottimale, all’inizio della trasformazione, compreso tra 25 e 35; successivamente progressiva diminuzione fino a valori di 15-20; il pH ottimale tra 5.5 e 8.0; da subacido il valore tende velocemente alla neutralità oppure alla sub alcalinità (7.5-7.8); umidità della massa: valori di umidità superiori al 60% ed inferiori al 40% rallentano il processo di decomposizione.

Fortunatamente l'umidità è un parametro che si può facilmente controllare visivamente: se i rifiuti da compostaggio sono troppo secchi è buona prassi annaffiarli ogni tanto o aggiungere delle sostanze umide, viceversa se sono troppo umidi si può aggiungere della sostanza secca per spezzare il tenore d'umidità; temperatura: un eccessivo innalzamento termico – sopra i 70 °C – provoca il cosiddetto suicidio microbico.

> Consigli pratici

Bisogna dare al cumulo una forma “a trapezio” durante l’estate (per assorbire gran parte delle piogge e sostituire l’acqua via via evaporata), e una forma a “triangolo“ verso l’inverno per garantire il deflusso delle piogge e non inumidire eccessivamente il cumulo in un periodo in cui l’evaporazione è scarsa.

La dimensione del cumulo dipende dalla quantità di scarti a disposizione e dall’opportunità di non stoccarli per periodi lunghi. Per trattenere almeno parte del calore prodotto dalla trasformazione microbica il cumulo deve avere un’altezza di 50/60 cm, (un’altezza eccessiva, sopra 1,3/1,5 metri, rischia di compattare il materiale sotto il suo stesso peso), allargando il cumulo se il materiale è abbondante.

Per regolare l’umidità del cumulo, oltre a miscelare i resti secchi con quelli umidi, occorre coprirlo durante le piogge eccessive ed annaffiarlo se, invece, il materiale si secca troppo. L’apporto d’ossigeno presente nell’aria, che è fondamentale per evitare cattivi odori, si ottiene con il rivoltamento e un’alta porosità del cumulo. Utilizzando un forcone è possibile disfare gli agglomerati di materiale che si fossero compattati, miscelare bene gli scarti e ridistribuire l’acqua periodicamente nella massa e gli elementi nutritivi. È consigliabile ricoprire il cumulo con materiale coibentante e in grado di preservare gli scarti dall’eccessivo inumidimento o essiccamento con teli in “tessuto non tessuto” (acquistabile in ferramenta) o con uno strato di foglie o paglia di 5-10 cm.

Infine per non rallentare o rendere inefficiente la biodegradazione della sostanza organica bisogna evitare di introdurre nel mix iniziale sostanze il cui processo di degradazione è eccessivamente lento come pezzi di legno ed aghi di conifere.

Bisogna sempre tenere presente che è buona norma aggiungere agli ingredienti circa il 20% di terra come innesco dell'attacco microbico e di mantenere sempre un buon equilibrio tra la quantità di sostanze umide e secche.

In pratica tutto ciò si ottiene facilmente formando il cumolo a strati di qualche centimetro: un po' di secco, un po' di umido, un po' di terriccio e così via! La presenza di cattivi odori è indice di fenomeni fermentativi (degradazione in assenza di ossigeno) con conseguente rilascio di ammoniaca. In genere ciò avviene per l'eccessiva quantità di sostanze umide rispetto a quelle secche unitamente ad un calo di ossigeno (massa troppo compressa e mai smossa). In questo caso quindi risulta molto efficiente smuovere energicamente la massa per ossigenare il mix e aggiungere del materiale molto secco. La degradazione troppo tardiva (quando non accompagnata da cattivi odori) è sintomo di un eccesso di sostanze secche rispetto a quelle umide ovvero di un rapporto C/N >>30!

Un compost in equilibrio si raggiunge con le seguenti percentuali di partenza: 30% di letame, 30% di residui vegetali triturati, 30% di terra sciolta, 10% di torba.

Il cumulo di compost è pronto da usare quando è trasformato per 7/8, quando, ad un’ispezione visiva, il colore risulta uniforme. Quello che era paglia, ciò che era letame, ciò che era qualsiasi cosa gli abbiamo messo dentro, non mostra più il proprio colore. Il colore generale è uniforme.

> Applicazioni in viticoltura

L’applicazione di compost su vigneto può essere condotta con diverse modalità: all’impianto di una nuova vigna, in concomitanza delle operazioni profonde principali come scasso e/o aratura profonda, applicando circa 25 t/ha di compost; in buca di piantagione, posare il compost nella buca di piantagione all’atto del trapianto; distribuire ca. 4-6 litri di compost per buca. pacciamatura, tale pratica garantisce buoni risultati in terreni argillosi che, nei periodi primaverili estivi, crepacciano facilmente e/o in vigneti giovani laddove alla barbatella devono essere garantite le condizioni ideali per la radicazione e l’affrancamento al suolo.

Applicare compost con dosi di ca. 3-4 cm per una larghezza di 60-80 cm sulla fila; con tali dosaggi si apportano 18-32 litri (10-18 kg) di compost per mq. in copertura, nell’interfila distribuire il compost in dosi di 15 t/ha.


Sergio Pappalardo



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